Articolata in 43 comuni (la stragrande maggioranza dei quali sottoposta a rischio sismico) ed estesa su una superficie di oltre tremila chilometri quadrati, la provincia si trova sulla costa meridionale dell’isola ed è delimitata dai Monti Sicani, a nord, dal tratto terminale del fiume Salso, a est, e da quello del fiume Belice, a ovest, comprendendo nella sua circoscrizione le rinomate Isole Pelagie: Lampedusa, Linosa e Lampione. La popolazione si distribuisce sul territorio con una densità tra le più basse dell’Isola, denotando un modesto livello di urbanizzazione. Caratterizzato dalla presenza dell’Altopiano solfifero, dell’Altopiano di Racalmuto e delle ultime avvisaglie dei Monti Sicani, il territorio provinciale trova la sua cima più alta nel Monte Cammarata (1.578 m), presentando un assetto in gran parte montuoso nelle zone interne e prevalentemente pianeggiante lungo il litorale, a sua volta disegnato dalla bellezza paesaggistica di sequenze di dune costiere, di notevole altezza, costituite di sabbia finissima. L’idrografia dell’area provinciale mostra, in genere, fiumi di poca importanza e a carattere torrentizio, mentre sono degni di nota il fiume Salso, che segna il confine con la provincia di Caltanissetta, il fiume Belice, che marca quello con la provincia di Trapani, e il Platani, che attraversa il territorio all’interno, sfociando nel Mar di Sicilia. Dotata di una considerevole varietà e ricchezza di paesaggi, la provincia ospita alcune riserve di notevole interesse naturalistico, fra le quali vale la pena citare almeno: quella della Montagnola e Acqua Fitusa, localizzata in prossimità di San Giovanni Gemini, dove si può ammirare la suggestiva grotta di Acqua Fitusa, quella naturale Foce del fiume Belice e dune limitrofe, e quella del Monte Cammarata, sulle cui sommità si trovano numerose specie erbacee. Lo stemma della provincia, partito semitroncato, è stato concesso con Regio Decreto. L’arma racchiude i simboli araldici del capoluogo e delle città di Sciacca e Bivona. Nella prima sezione sono raffigurati tre giganti, recanti, sul capo, una piattaforma dalla quale si ergono tre torri -la centrale è sovrastata dal simbolo cristiano ed eucaristico-, e su cui si legge: SIGNAT AGRIGENTUM MIRABILIS AULA GIGANTUM. Nel secondo campo si raffigura un guerriero armato a cavallo che, irradiato da un sole raggiante, tenta di espugnare una fortezza sormontata da tre torri; il guerriero simboleggia Agatocle, eroe di Sciacca, nell’atto di conquistare i tre domini di Sicilia, Grecia ed Africa. La terza partizione raffigura, infine, un ragno, usato originariamente come sigillo da Pietro, primo duca di Bivona, sormontato da una luna, simbolo del casato dei Luna.